Un importante convegno dedicato alla riscoperta del vitigno autoctono lucano e che racconta un viaggio tra Vite, Vino, Uomo e Storia nel Cuore della Basilicata
Il 13 maggio, presso il Museo Contadino di Contrada Taverna Foj a Ruoti, si è tenuto un convegno di grande rilievo culturale e scientifico dedicato all’Asprinio di Ruoti, un vitigno autoctono che racchiude in sé la memoria, la biodiversità e l’identità della Basilicata.
L’evento, dal titolo evocativo “La Vite, il Vino, l’Uomo e la Storia”, è stato organizzato dal Comune di Ruoti ctappa fondamentale del progetto finanziato dal GAL Percorsi, nell’ambito del PSR Basilicata 2014-2020, “Bando misura 19 – Sviluppo Locale Tipo Partecipativo. SLTP LEADER” – Sottomisura 19.2.B.10 – Un altro modo di gestire e di possedere. Il coordinamento è stato affidato a GAL Percorsi e ALSIA Basilicata, insieme alla partecipazione attiva di tutti i partner del progetto, i Comuni di Trivigno, Avigliano, Pietragalla e Brindisi di Montagna, e le aziende agricole di Lucia Nardiello, Pina Nardiello e Nolè Antonio, che hanno dato vita all’ Associazione Viticoltori di Montagna.
Una sinergia istituzionale che conferma quanto questo vitigno rappresenti un patrimonio collettivo da tutelare e promuovere.


Programma del Convegno: Interventi e Relatori
L’intero convegno è stato coordinato da Felice Faraone. saluti istituzionali del Consigliere della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, del Sindaco di Ruoti Franco Gentilesca e della Presidente di GAL Percorsi Caterina Salvia, che hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa per lo sviluppo e la promozione del territorio.
Sono seguiti altri interventi:
- Domenico Romaniello, Direttore di GAL Percorsi, ha aperto i lavori tecnici, inquadrando il progetto di valorizzazione in una visione strategica per il territorio.
- L’Associazione Recupero Tradizioni Ruotesi ha messo in luce il valore storico e culturale del vitigno, testimoniando l’importanza della trasmissione orale e della documentazione raccolta negli anni.




Maria Pietrafesa, archivista della Societá Ianus, ha illustrato una preziosa raccolta di documenti storici legati all’Asprinio di Ruoti, donati dalla famiglia Carlucci/Imbrenda all’associazione Recupero Tradizioni Ruotesi. Pietrafesa ha spiegato come il materiale, frutto di anni di studi e ricerche etnologiche condotte da M. Carlucci, sia stato meticolosamente catalogato e digitalizzato, arricchendo l’intero patrimonio documentale.
Il suo messaggio è stato chiaro: la storia di questo vitigno va protetta perché rappresenta l’identità collettiva e culturale del territorio, un pilastro fondamentale anche per costruire il futuro.

Vittorio Alba di CREA-VE Turi (BA) ha presentato gli studi scientifici in corso sull’Asprinio di Ruoti, con particolare attenzione ai parametri chimico-fisici dell’uva e del vino, come il profilo di acidità, le componenti aromatiche e le caratteristiche agronomiche. Questi studi, avviati ormai da tempo, rappresentano una fase fondamentale nella caratterizzazione del vitigno e saranno perfezionati con i dati della vendemmia 2025. L’obiettivo finale è quello di completare il fascicolo tecnico per il riconoscimento ufficiale del vitigno a livello nazionale con l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.
Stefano Del Lungo del CNR-ISPC e gli studiosi di Tito Scalo (PZ) hanno presentato interessanti collegamenti archeologici e storici sul consumo e la coltivazione del vino nell’area.

A concludere i lavori, l’intervento di Vittorio Restaino, Direttore Generale del Dipartimento Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata, che ha sottolineato l’impegno della Regione nella tutela dei vitigni autoctoni e nella valorizzazione delle produzioni agricole identitarie.
A concludere i lavori, l’intervento di Vittorio Restaino, Direttore Generale del Dipartimento Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata, che ha sottolineato l’impegno della Regione nella tutela dei vitigni autoctoni e nella valorizzazione delle produzioni agricole identitarie.
“Oggi celebriamo non solo un vitigno, ma la nostra identità più profonda”, ha dichiarato il Sindaco di Ruoti Franco Gentilesca durante i saluti istituzionali. “L’Asprinio di Ruoti rappresenta molto più di una semplice varietà viticola: è il simbolo della nostra capacità di custodire e tramandare un patrimonio che affonda le radici nella storia millenaria del nostro territorio.”
Il primo cittadino ha proseguito: “Questo progetto, che vede la collaborazione virtuosa tra istituzioni, ricercatori e comunità locale, dimostra come la valorizzazione delle nostre tradizioni possa diventare motore di sviluppo economico e turistico. L’Asprinio di Ruoti non è solo memoria del passato, ma anche speranza per il futuro delle nuove generazioni.”
“Ringrazio tutti i partner che hanno reso possibile questo percorso di riscoperta e valorizzazione. Il nostro impegno non si ferma qui: continueremo a lavorare perché questo tesoro della nostra terra possa ottenere il riconoscimento che merita a livello nazionale e internazionale, portando il nome di Ruoti e della Basilicata nel mondo dell’enologia di qualità.”


Il Panel Test: Esperti a Confronto
Uno dei momenti più attesi dell’evento è stato il Panel Test sull’Asprinio di Ruoti, curato dall’enologo Francesco Mazzone (CREA-VE Turi), che ha guidato una degustazione tecnica e comparativa alla presenza di esperti del settore.
Gli assaggiatori hanno ricevuto una scheda tecnica di valutazione da compilare, con criteri riguardanti l’aspetto visivo, il profilo olfattivo, le caratteristiche gustative e la persistenza aromatica. Ogni esperto ha attribuito punteggi e osservazioni, fornendo un’analisi approfondita delle peculiarità organolettiche del vino derivato dall’Asprinio di Ruoti.




Hanno partecipato alla sessione:
- Franco Gentilesca, Sindaco di Ruoti
- Rocco Catalano, Slow Wine
- Francesco Sasso, Cantine Sasso
- Raimondo Faraone Mennella, Enologo
- Francesco Pisani, ALSIA Basilicata
- Stefano Errichetti, Ristoratore
- Eugenio Tropeano, AIS
- Donato Gentile, Enologo e Segretario delegato Assoenologi PBC
- Paride Leone, Enoteca Regionale
- Michele De Lisa, Sommelier
Questo momento di confronto ha messo in evidenza la qualità, l’originalità e il potenziale di sviluppo del vino Asprinio di Ruoti, rafforzando l’idea che possa diventare un prodotto distintivo e di valore nel panorama enologico regionale e oltre.

Conclusioni e Prospettive Future
La giornata si è chiusa con una degustazione di vini della Basilicata, con un focus speciale proprio sull’Asprinio di Ruoti, che ha saputo conquistare per la sua freschezza, struttura e personalità.
L’evento rappresenta un importante passo nella riscoperta e nella valorizzazione dell’Asprinio di Ruoti, non solo come varietà enologica di pregio, ma come simbolo di una cultura viva, da tramandare e proteggere. Il lavoro congiunto tra istituzioni, ricercatori, archivisti e produttori dimostra come la storia, la scienza e la passione possano unirsi per dare nuova vita a un vitigno dimenticato, trasformandolo in motore di sviluppo e orgoglio collettivo per tutta la Basilicata.